Spesso mi chiedo quale potrà essere l’impatto del lavoro che svolgo con la tecnologia digitale, sulla formazione di nuove competenze per persone più giovani, e qui penso ai miei nipoti che hanno pochi anni.
Le relazioni fra tecnologia digitale e formazione sono ancora una novità e pochi sono gli studi a riguardo.
In Inghilterra, però, ne hanno realizzato uno sul digitale, davvero utile e di cui, recentemente, è stata pubblicata una versione aggiornata.
Lo studio si chiama”The big pICTure: The Impact of ICT on Attainment, Motivation and Learning” e traccia qualche spunto a favore dell’uso della tecnologia digitale nella formazione.
La parte interessante è che si parte da punti cardine quali:
- le competenze informatiche sono importanti per la partecipazione sociale ed economica di un paese;
- vi è una crescente evidenza nazionale (Inghilterra) ed internazionale che dimostra l’impatto positivo e misurabile delle tecnologie digitali sui risultati dell’apprendimento;
- è evidente che l’uso integrato della tecnologia permette una serie di risultati positivi
per i bambini ei giovani. - I ragazzi con un computer a casa hanno meno probabilità di assentarsi da scuola nell’ età fra 14 e 16 anni rispetto a quelli senza accesso al computer.
- l’accesso a un computer a casa è associato ad una riduzione del 5,8% della probabilità di assentarsi da scuola all’età di 16 anni.
Tutto questo per portare la discussione delle competenze digitali ad un più ampio respiro.
Anche se l’ipotesi che il cambiamento del sistema educativo sia inevitabile, potrebbero esserci serie conseguenze, soprattutto in materia di equità, se il sistema educativo non dovesse rispondere ad una rapida evoluzione contesto sociale e tecnologico.
Questo vale in tutti i paesi ma a maggior ragione in Italia dove il patrimonio artistico e culturale, da solo, potrebbe alimentare anni di studi ed integrazioni con la tecnologia digitale.
Lo studio in questione parte da lontano ovvero nel 2003 l’allora Dipartimento per l’istruzione inglese (il nostro Ministero dell’ istruzione) ha pubblicato l prima versione di “The big pICTure: The Impact of ICT on Attainment, Motivation and Learning” (Pittard et al., 2003) (L’impatto dell’ ICT sulla Realizzazione, Motivazione e apprendimento) (Pittard et al, 2003.).
Questa prima revisione, studiò su larga scala l’impatto della tecnologia in Inghilterra fin dal lancio del NGfL (National Grid for Learning) nel 1998.
Sei anni dopo questo nuovo studio fa la stessa cosa, ma in un contesto radicalmente diverso. L’accesso ai computer a casa è aumentato notevolmente negli ultimi dieci anni in modo tale che oltre tre quarti dei giovani di età compresa tra i 12 ed i 15 anni hanno accesso alla banda larga a casa, ed oltre il 60 per cento usa Internet ogni giorno.
Nell’80 per cento dei casi, i ragazzi con 12-15 anni di età, utilizza Internet a casa per svolgere i propri compiti (Ofcom, 2008).
In Italia siamo ancora lontani da questi numeri ma ho personalmente partecipato, 10 anni fa, a progetti di innovazione digitale nelle scuole dove le intenzioni e le volontà erano fortissime prima ancora degli interventi che lo stato ha iniziato a portare negli anni successivi.
Alla fine alcune conclusioni dello studio sono:
- L’uso dell’ICT hanno un impatto positivo sul rendimento scolastico nelle scuole elementari, in particolare sulla lingua inglese, e meno in scienza e nessuno in matematica. Questo nonostante alcune osservazioni su più anni, che confermano punteggi migliori proprio in matematica per quei giovani che fanno uso di tali tecnologie (Machin et al 2006).
- L’uso dell’ICT migliora livelli di istruzione dei bambini in età scolare in inglese, nella scienza e nel design e nella tecnologia di età compresa tra 7 e 16 anni, in particolare nelle scuole primarie (Harrison et al 2002).
- Nei paesi OCSE vi è una correlazione positiva tra la durata del tempo di utilizzo dell’ICT e le prestazioni degli studenti nelle prove di matematica a PISA (OECD 2004).
- Scuole con livelli più elevati di e-maturità dimostrano un più rapido aumento dei punteggi di performance rispetto a quelli con livelli più bassi (Underwood et al 2005).
- Scuole con buone risorse ICT ottengono risultati migliori rispetto a quelle che sono mal equipaggiate (Pittard, Bannister & Dunn 2003).
- gli investimenti in ICT hanno un impatto sugli standard educativi, aumentano parecchio quando c’è un uso efficiente della tecnologia nelle scuole (Machin 2006).
- Fornire un approccio strutturato alla ricerca su Internet, sviluppa le fondamentali competenze degli studenti, su indagine e ricerca (Becta 2006).
- l’accesso alla banda larga nelle aule si traduce in miglioramenti significativi per le prestazioni degli alunni nelle prove nazionali all’età di 16 anni (Underwood 2005).
- l’introduzione di lavagne interattive ha portato in termini di prestazioni per gli alunni nei test nazionali in lingua inglese, matematica e scienze, migliori risultati rispetto a quelli degli alunni di scuole senza lavagne interattive (Higgins 2005).
Infine, l’uso da parte degli insegnanti del proprio computer portatile ha comportato atteggiamenti positivi verso il loro lavoro (Becta 2003).
Il rapporto completo, in inglese: http://www.ictliteracy.info/rf.pdf/impact-digital-tech.pdf
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