In conclusione, Lencioni ci dice di temere che troppe persone siano arrivate a tollerare un leader egocentrico anzichè aspettarsi un Servant Leader.
Si tratta di qualcuno che si occupi dei propri collaboratori, con una visione organizzativa ed una leadership orientata agli obiettivi senza escludere le emozioni ed i bisogni individuali.
Una leadership di servizio che scateni ed amplifichi una sintesi tra individui, costituendo un modello di leadership inclusivo gestendo l’intelligenza emotiva propria e del team.
Le persone sono spesso rassegnate al fatto che i dirigenti agiscono solo quando è nel loro interesse, avendo obiettivi prefissati e chiusi in tempi programmati. Statici.
I dirigenti sono rassegnati a lavorare per amministratori delegati che non possono aspettarsi di fare le cose critiche perché le trovano scomode o poco interessanti.
Continuando in questo modo la leadership centrata sulla ricompensa diventa la nuova normalità, la prossima generazione crescerà credendo che questo sia ciò che serve per essere un grande leader.
Non si può permettere che accada.
Il cambiamento inizia con chiunque abbracci l’esercizio della leadership incentrata sulla responsabilità; in questo modo molti potranno vedere i risvolti positivi, ovvero i risultati, delle emozioni al servizio delle persone e degli obiettivi.
Tutti hanno bisogno di vedere leader forti che fanno le cose difficili con gioia e passione.
Le tue persone, i tuoi amici ed i familiari.
Solo allora, Lencioni crede, vedremo le aziende ottenere più successo ovvero con i collaboratori sempre più coinvolti e soddisfatti dal loro lavoro e dalla società. Così potranno diventare più ottimisti e pieni di speranza, grazie alla leadership inclusiva.
Sapremo che ci saremo arrivati quando le persone smetteranno di usare il termine “ leadership di servizio ” o servant leader, perché sarà diventato ovvio. E’ l’unico tipo di leader (il Servant Leader) davvero funzionale.